Il rito del “caffè in sospeso”, da Napoli ai bistrot di Parigi

Il caffè in sospeso è una vecchia tradizione napoletana che progressivamente si sta diffondendo in tutto il mondo. Il meccanismo è semplice: una persona va al bar e paga due caffè, uno per se e uno per qualcun altro che verrà dopo, un amico o anche uno sconosciuto, che a sua volta potrà offrire un caffè in sospeso al prossimo avventore. Una sorta di catena di cortesia.

Un atto di galanteria partenopea che affonda le sue radici nel dopo guerra quando molti non avevano il denaro per pagarsi un caffè. Col passare del tempo il caffè in sospeso ha perso la sua valenza benefica e ne ha assunto una sociale diventando anche un modo di relazionarsi tra persone che non si conoscono.

Per anni questa tradizione è stata relegata esclusivamente nella provincia di Napoli, ma recentemente si è diffusa anche in altri paesi. A Parigi, per esempio, hanno inventato la variante del “panino in sospeso” e a Londra stanno sperimentando la “birra in sospeso“, in piena tradizione “alcolica” anglosassone.

Sono addirittura nati dei siti specializzati che segnalano in quali bar è possibile prendere dei caffè in sospeso e in rete il fenomeno sta diventando virale. Il buon vecchio caffè ha trovato il modo di diventare 2.0.

Simona Buonaura
Informazioni su Simona Buonaura 7 Articoli
Giornalista dal 2001, dal 2013 Giornalista professionista. Laureata in lettere moderne presso l'Università Federico II di Napoli con indirizzo Musica Spettacolo e Comunicazione di Massa. Dopo la laurea ha seguito un corso di alta formazione presso l'università Orientale di Napoli dal titolo "Innovazione e semplificazione della Pubblica Amministrazione". Al termine del corso si è trasferita a Milano dove ha seguito un corso di alta formazione dal titolo "Project manager eventi culturali" il corso che puntava a preparare una nuova figura professionale, è terminato con uno stage presso il Teatro Piccolo di Milano dove ha preso parte alla preparazione, come aiuto produzione, dello spettacolo teatrale di Franco Branciaroli "Cos'è l'amore" con la regia di Claudio Longhi. Ritornata a Napoli, dopo un'interessante parentesi milanese, si è dedicata alla docenza di Marketing e Comunicazione ed alla redazione di articoli. Dal 2008 è il Direttore Responsabile della rivista ufficiale dell'Associazione Pasticcieri Napoletani "La voce del Pasticciere". Attualmente è corrispondente in Campania per Pasticceria Internazionale e per la rivista Sipario.

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